Lunedì 18 gennaio 2016 - Aula 15 (1° piano)

14:00 – 15:00 Silvia Napolitano

The impact of cash transfers on food security and labor supply: the case of South Africa.

Docente guida: Margherita Scarlato

After the demise of apartheid, South Africa has implemented exceptionally widespread unconditional cash transfer programmes with the aim to pursue long term development objectives as equity promotion and racial integration. This study evaluate the impact of one of the major cash transfer programmes in South Africa – the Child Support Grant (CSG) - in addressing households’ food security and labor supply. To this aim, we use the National Income Dynamics Study (NIDS) covering 2008, 2010-2011 and 2012, and we carry out a regression discontinuity design which exploits the variation induced by the expansion in eligibility related to the child age. First, we explore whether and to what extent the CSG is effective in improving food expenditure and food variety in the beneficiary households. Our main finding is that the CSG has increased food expenditure and the effect is stronger for Africans and beneficiaries living in urban areas. The evaluation also shows that the CSG has not improved significantly the nutritional food basket of the very poor beneficiaries. Second, we assess the differential effects of the CSG on the employment opportunities and employment type of mothers and their partners in the beneficiary households. Our main finding is that the CSG supports women in entering the labor market and remaining employed, even if it does not influence their employment type, whereas it does not affect the employment opportunities of men.

15:00 – 16:00 Walter Paternesi Meloni

Three essays on competitiveness in the Eurozone framework

Docente guida: Antonella Stirati

The research aims to study the competitiveness issue in the Eurozone context from different standpoints (theoretical, methodological and empirical). In recent years, competitiveness engendered lively economic debates inasmuch Eurozone crisis has been often interpreted as a consequence of increasing current account imbalances within EMU. However, no consensus stemmed from literature so far with respect to definition and measures of country competitiveness, as well as about price competitiveness assessment.To investigate the whole topic, the PhD thesis has been organized in three autonomous essays. In the first one we provide a critical analysis of actual restrictive policies as a tool for restoring competitiveness in deficit countries; the purpose of this paper is to disprove the linkage between austerity and competitiveness both from a theoretical and an empirical perspective. However, policies are usually implemented as a result of a technical competitiveness assessment based on peculiar macroeconomic indicators. To this regard, the second essay focuses on each competitiveness indicator advantages and shortcomings from a methodological standpoint, providing a dimensionality-based taxonomy. Moreover, we suggest an alternative methodology for a multidimensional indicator (the Global Competitiveness Index, edited by World Economic Forum) data aggregation, based on a PLS-PM latent variables approach. Finally, the third essay provides an empirical evaluation (1994/2014) of Italy trade elasticities, which aims to evaluate the impact of price competitiveness (measured through several REERs based on different deflators) on import/export flows. Econometric analyses (based on VAR-VECM methodologies) provide findings on data, both on values and volumes, broken down by country partners and by industrial sectors. We conclude that, although demand-side factors played an important role in affecting export flows, price competitiveness is a crucial factor for Italian productive system.

16:00 – 17:00 Matteo Deleidi

L’endogeneità della moneta nella prospettiva Post Keynesiana: questioni

teoriche ed evidenze empiriche nel contesto europeo

Docente guida: Antonella Stirati

La presente tesi di dottorato si propone di analizzare la teoria della moneta endogena da una prospettiva Post Keynesiana e di testare empiricamente alcune delle relazioni teoriche rilevanti all’interno del contesto europeo.Da un punto di vista teorico, ci si è focalizzati sulle determinanti dell’offerta di moneta e sul ruolo svolto dalla domanda di credito. In più, ci si è concentrati sul dibattito tra la tesi orizzontalista e la visione strutturalista relativo alla relazione tra il credito concesso dal sistema bancario e il tasso dell’interesse applicato sui prestiti concessi. Da un punto di vista empirico, facendo uso di una metodologia VAR e VECM, si sono testati all’interno dell’Eurozona i nessi di causalità tra la base monetaria, i depositi bancari e il credito concesso dal sistema bancario, per un periodo che va dal 2003 al 2015. I risultati sostengono la tesi Post Keynesiana secondo cui il credito bancario influenza il livello dei depositi che, a sua volta, influenza il livello della base monetaria. In secondo luogo, utilizzando la medesima metodologia, si è osservata la relazione tra le quantità di credito prestate dal sistema bancario e i mark-up applicati al tasso dell’interesse fissato dalla banca centrale. I risultati non confermano la tesi strutturalista, evidenziando l’assenza di una relazione crescente tra il credito e il livello del mark-up. In ultima istanza, sempre facendo uso della metodologia VAR e VECM, si è analizzata la presunta relazione decrescente tra il tasso dell’interesse e la domanda di credito. I risultati confermano quest’ultima relazione per quanto riguarda il credito concesso per l’acquisto di beni di consumo e di abitazioni. Tale relazione è negata per il credito concesso alle imprese.

17:00 – 18:00 Fabrizio Antenucci

Il factor content of trade e i differenziali salariali negli Stati Uniti

Docente guida: Enrico Sergio Levrero

Il campo di indagine di questo lavoro è la possibile influenza che il commercio internazionale abbia esercitato sui differenziali salariali negli Stati Uniti dalla fine degli anni '70 quando si è osservato un allargamento della forbice tra le remunerazioni. Nelle analisi quantitative finora condotte, al fine di valutare l'influenza del commercio internazionale sui differenziali salariali, sono stati utilizzati principalmente due strumenti: factor content of trade e l'effetto Stolper-Samuelson. Tuttavia, la maggior parte dei risultati ottenuti da queste analisi hanno mostrato una scarsa influenza del commercio internazionale sui differenziali salariali. L'obiettivo di questa prima parte è quello di evidenziare alcune possibili debolezze dell'impostazione neoclassica.

Nella seconda parte del lavoro si vuole fornire una possibile interpretazione alternativa, riflettendo su come una maggiore apertura al commercio internazionale, parallelamente alla libera circolazione di capitali, potrebbe diminuire la forza contrattuale di tutta la classe lavoratrice, ed in particolare di alcune categorie. La possibilità di assumere lavoratori stranieri o di spostare il processo produttivo in un altro paese al fine di pagare salari più bassi, può essere vista come uno strumento per “ingrossare le fila dell'esercito industriale di riserva”. Nella terza parte del lavoro, l'obiettivo è quello di spiegare con un'indagine empirica l'influenza del commercio internazionale sui differenziali salariali attraversi la delocalizzazione di alcune fasi del processo produttivo, come nel classico esempio delle maquiladoras messicane, che dei flussi migratori. Nell'analisi vengono evidenziate le diverse situazioni in merito ai differenziali salariali, che si registrano tra i vari stati quando messe in relazione alla maggiore o minore apertura al commercio internazionale, grado di sindacalizzazione dei lavoratori e salario minimo.

La partecipazione è aperta a tutti gli interessati

Dipartimento di Economia – Via Silvio D’Amico 77, Roma