capitolo 14
le decisioni di breve termine fra alternative diverse
Approach
Despite the introduction of the concept of contribution margin in Chapter 3, students often have difficulty making the transition from the full cost accounting structure in Chapters 4,5,7 e 8 to the differential accounting approach described here. Even after the first case study to “jar” their previous ways of thinking about costs, at least one or two more cases are needed before students become comfortable with the differential approach.
In this chapter, the principal pedagogical difficulties seem to relate to (1) distinguishing between differential costs and full costs, particularly allocated costs, and (2) sunk costs. Several of the examples are intended to explain the difference between differential costs and full costs, and it may be desirable to go through these calculations. Several of the questions focus on these matters also.
Some believe that it is not necessary to describe each of the types of alternative choice problems in detail, as is done in the latter part of the chapter, because the same approach applies to all of them. Others prefer to treat each type separately because students may in fact have difficulty in relating the general approach to specific situations. The only specific type of problem that introduces new substantive material is Economic Order Quantity; the instructor can announce that this section be omitted if he or she wishes, for it is not required for any subsequent chapter, and it is usually a difficult topic (although the technique is widely used).
The “just one” fallacy section (ilparadosso di “uno in piùnessuncosto in più”) ties this chapter both to the expanded coverage of step-function costs in Chapter 2 and activity-based costing in Chapter 6. We hope this section corrects what we view as the overselling of short-term contribution analysis in business schools over the past 25 years.
The automobile example is a situation with which almost all students are familiar, and thus provides a good setting for a review of the differential cost concepts. A student may be asked to suggest other problems that might arise in connection with the use of an automobile (such as loaning it to a friend on a cost-sharing basis, loaning it on a full-cost reimbursement basis), and another student may then be asked to suggest how each such problem should be tackled.
Problema Tirelli Spa
Tirelli Spa deve scegliere fra due scelte che possono essere così valutate:
L’analisi mostra un margine di contribuzione differenziale negativo a favore di un rifiuto della proposta.
Due modidiversi di svolgere l’analisi differenziale sono le seguenti:
Nonostante la decisione sia chiara in base all’analisi (rifiutare la proposta), va sottolineato che Tirelli potrebbe conseguire ulteriori ricavi utilizzando la capacità produttiva residua di 400.000 pneumatici/anno.
Un’altra scelta potrebbe essere quella di affidare a terzi la produzione di 100.000 copertoni evadendo in tal modo la commessa. Poiché i “primi” 400.000 pneumatici producono un margine di contribuzione incrementale di €2.940.000 (7,35 × 400.000) una domanda interessante è: qual è il prezzo massimo unitario che è possibile riconoscere a un fornitore esterno senza ridurre il reddito?
Questo prezzo (Pr) è desumibile dall’equazione che uguaglia la perdita massima sulla fornitura dei 100.000 pneumatici (determinata dal fatto che il prezzo di vendita del fornitore sarà maggiore di quello di vendita dell’offerta in questione €41,65) e il margine generato dalla vendita dei primi 400.000 pneumatici: (Pr – 41,65) × 100.000 = 2.940.000, da cui risulta: Pr = 71,05, importo molto vicino al prezzo normale (73,5) applicato da Tirelli sul mercato.
Se pertanto il fornitore esterno applicasse un prezzo prossimo a quello di Tirelli sul mercato, allora la commessa rimarrebbe sostanzialmente non conveniente dal punto di vista economico. Tirelli dovrebbe pertanto rivolgersi a un fornitore che sia anch’esso disposto ad accettare prezzi di vendita più bassi del costo pieno, magari a causa di una disponibilità di capacità produttiva non utilizzata. In corrispondenza per esempio di un prezzo di €60, l’impresa conseguirebbe un utile pari a: €2.940.000 – (60-41.65) × 100.000 = € 1.105.000.
L’analisi presuppone (1) che non ci sia alcun effetto sugli attuali prezzi di mercato e sul volume normale e (2) alcun effetto dell’accresciuto volume di produzione sui costi non variabili.
Problema 14.2 Vulcan Sole SpA
Il conto economico di prodotto può essere utilizzato per calcolare il margine di contribuzione:
Analisi differenziale della contribuzioneRicavi cessanti...... / €950.760
Costi cessanti:
Costi variabili totali del venduto (861.840 0.65) ...... / €560.196
Costi generali variabili (2/3 301.644) / 201.096
Costi di periodo variabili (136.800 0,3) / 41.040 / 802.332
Contribuzione persa alla copertura dei costi fissi ...... / €148.428
Il punto chiave di questa decisione è che Vulcan Sole farebbe meglio a mantenere in vita questa linea di prodotto “in perdita”. Il conto economico indica, infatti, che i €100.548 di costi fissi generali di produzione (ipotizzando livelli stabili di rimanenze) e i €95.760 di costi commerciali e amministrativi sarebbero probabilmente sostenuti lo stesso dall’impresa a prescindere dalla circostanza che la linea sia mantenuta in vita o no.
In base al costo pieno, la linea sta producendo perdite, ma interrompendo la produzione il reddito dell’impresa si ridurrebbe approssimativamente di €148.428, poiché questa è la contribuzione della linea alla copertura dei costi fissi.
Problema 14.3 Officina Giorgio Giordani
Un altro modo di rispondere alla domanda 5 è il seguente:Ricavi emergenti (5000 x 16) / 80.000
Costi incrementali per realizzare la commessa:
Materiali diretti (5000 x 4,5) / 22.500
Manodopera diretta (5000 x 8) / 40.000
Attrezzatura specifica (dato di input) / 4.500
Energia di trasformazione / 400
Totale costi incrementali della commessa / 67.400
Costo di opportunità dell'ordine speciale (vedi sopra) / 6.700
Costi differenziali totali / 74.100
Reddito differenziale derivante dall'accettare l'ordine / 5.900
Nota: Poiché il costo di opportunità concernente la mancata produzione e vendita del 50% dei prodotti standard tiene evidentemente conto del costo dell'energia dei prodotti standard (questo costo, infatti, non si sosterrebbe se il 50% dei prodotti standard non fosse realizzato) tra i costi per realizzare la commessa va inserito anche il costo dell'energia.
Problema 14.4 Talori Elettronica SpA
Costi variabili:
Materiali diretti €2,05(€2,30 – 0,25)
Manodopera diretta3,60
Costi variabili generali di produzione2,70
Costi variabili commerciali0,90
Costi variabili totali €9,25
Un qualunque prezzo sopra €9,25 produce una contribuzione che coprirebbe una quota dei costi fissi aziendali.
Problema 14.5 Trani Spa
Funzione obiettivo: / Massimizzare P = 4Y + 5Z (contribuzione)Vincoli: / 1,0Y + 0,8Z / 240 (Reparto A)
0,5Y + 2,0Z / 480 (Reparto B)
Z / 200 (quantità)
Y 0
Z 0 / (non può assumere un valore negativo)
Contribuzione ai vertici dello spazio ammissibile:
Al punto p: / P = (€4,00 x 240) + (€5,00 x 0) = € 960Al punto q: / P = (€4,00 x 80) + (€5,00 x 200) = €1.320
Al punto r: / P = (€4,00 x 0) + (€5,00 x 200) = €1.000
Trani dovrebbe pertanto produrre come indicato al punto q, cioè 80 unità del modello Y e 200 unità del modello Z, poiché questo è il mix che massimizza la contribuzione e dunque il reddito. Da osservare che la capacità del reparto B non è un vincolo limitante, cioè la soluzione ottima (in realtà qualunque soluzione ammissibile) lascia libera una certa capacità del reparto B. L’impresa potrebbe pertanto prendere in considerazione la possibilità di espandere la capacità del reparto A o acquistare dall’esterno servizi simili e potere in tal modo utilizzare pienamente l’intera capacità produttiva di B.
Problema 14.6 Bimberland
L’attuale volume di vendita è: ricavi €45.000.000/€75 a paio = 600.000 paia. Questo dato è necessario per calcolare i costi differenziali variabili moltiplicando la quantità incrementale (60.000 paia) per i corrispondenti costi variabili unitari (desumibili dai costi complessivi del economico di pre-chiusura e dal volume attuale di produzione, cioè 600.000 paia).
Nonostante la proposta faccia prevedere un modesto margine positivo (si è trascurato per semplicità l’effetto delle imposte sul reddito incrementale), essa comunica in realtà un forte rischio per l’impresa. La differenza di prezzo al consumatore finale fra Risorgente e PV tradizionali è, infatti, abbastanza rilevante da fare prevedere un calo delle vendite tradizionali. E’ dunque difficile in questo caso ipotizzare un ceteris paribus e cioè che l’accettazione della commessa non incida sulle vendite attuali o che gli attuali punti vendita non chiedano sconti dopo avere preso atto della nascita del nuovo canale distributivo che vende a prezzi inferiori. In aggiunta, la vendita attraverso la grande distribuzione potrebbe avere nel medio termine effetti sul posizionamento del marchio. L’azienda può ovviamente rifiutare l’offerta, ma la decisione di Rinascente di inserire a catalogo scarpe sportive di marca non cambierebbe. Un marchio concorrente sarebbe pertanto distribuito, con verosimili ricadute commerciali su Bimberland. In definitiva, la richiesta da parte di Rinascente implica per Bimberland molto di più che non la soluzione di un problema differenziale di breve periodo.
Problema 14.6 Morelli medicinali SpA
Domanda 1
Poiché il costo unitario variabile è €3 (300.000/100.000) e ci si muove all’interno dell’intervallo di rilevanza, allora il costo differenziale relativo alle 2.000 unità è €3 x 2.000 = €6.000. Poiché il costo pieno relativo alla produzione di 100.000 unità è €450.000, allora il costo per la produzione di 102.000 unità è €456.000, sicché il costo medio unitario passa da €4,5 a €4,47 (€456.000/102.000).
Domanda 2
Poiché i ricavi differenziali sono pari a €8.000 (€4 x 2.000) e i costi differenziali pari a €6.000, la decisione appare conveniente dal punto di vista economico.
Elementi ulteriori che entrano in gioco nella valutazione:
•Quale sarà il comportamento degli altri clienti? (chi decide deve conoscere il mercato)
•Cosa significherebbe rifiutare l’offerta? (chi decide deve conoscere il cliente e il mercato)
•Quale potrebbe essere l’impiego alternativo della capacità produttiva (chi decide deve conoscere il costo opportunità)
•Qual è la dinamica dei costi, specie in prossimità della saturazione della capacità produttiva?
•Esistono vincoli legislativi alla definizione di prezzi diversi per uno stesso prodotto e uno stesso mercato?
Domanda 3
Anche se il costo incrementale unitario delle 2.000 confezioni fosse 4,08 entrambi i manager accetterebbero l’offerta perché in tal modo migliorerebbero la loro performance (migliorerebbe in realtà il valore degli indicatori utilizzati per valutare la performance), mentre il risultato aziendale – vedi tabella successiva – si ridurrebbe di €160. Il sistema incentivante sarebbe dunque incoerente perché promuoverebbe comportamenti non in grado di generare valore per la Proprietà (questo avviene perché il costo marginale unitario (€4,08) è inferiore al costo unitario medio (€4,5), ma superiore al prezzo di vendita.
Considerazioni:
•Interpretare con cautela il costo medio che è normalmente una “trappola” (utilizzare invece per la decisione le variazioni di costo totale);
•Conoscere il comportamento dei costi specie in prossimità della saturazione della capacità;
•Integrare le informazioni contabili con informazioni sul mercato, sui clienti, sugli effetti (come detto) derivanti da fenomeni di congestione produttiva etc.;
•Utilizzare con cautela le informazioni contabili come misura delle prestazioni dei manager.